Cara Canaglia...
spero l'assorbimento di Caffèlatte stamattina non sia stato indigesto ma mediamente piacevole, forse appena tiepido (visto le temperature pedemontane!) ma comunque "frizzante".
Anche io stamattina rinuncio alla passeggiata in sella alla mia bianca Virginia Bianchi, costruita a Villanova Mondovì!! ...come te per "colpa del governo" ... che qui a torino si sta impegnando parecchio. Il mio destriero su ruote non è neppure con me, ho dovuto abbandonarlo nel centro storico ieri e sono ansiosa che il governo smetta di applicarsi per andare a vedere se sta bene (se è intera) per poi riportarla a casa. é così bella, spero non le sia successo nulla.
Non mi vergogno a esprimere la difficoltà che accuso nel leggere e COMPRENDERE le tue parole, il mio errore sta nel voler applicare a tutti i costi ciò che mi viene comunicatop a qualcosa di pratico, ad un atto con uno spazio, un tempo, delle energie spese e magari pure una formula univoca e universale da applicare (così sì che le cose sarebbero semplici!! dovrebbero inventare il ricettario esoterico... ma forse poi non sarebbe tanto esoterico, no!?
ho detto la stupidaggine del giorno, ho finito i bonus per oggi!)
come sempre però rimangono eco di frasi, una di queste è (ti cito, come sempre): "Il proprio sé può anche essere evocato in momenti di pericolo o di fronte a grande bellezza."
Non sto qui a raccontare ciò che ho potuto vivere in prima persona nei momenti di pericolo... ma posso dire cosa mi è venuto in mente (come associazione) all'espressione "di fronte a grande bellezza" : Stendhal. Credo conoscerai la così detta sindrome di Stendhal. Io non ho patito varie volte e a piccole dosi mi succede quasi quotidianamente... sotto viali alberati e colorati, davanti a letture, paesaggi, immagini, fotografie, suoni, sorrisi... a volte vengo presa inspiegabilmente da questo dolore profondo eppure estremamente benefico, a volte leggero a volte meno di fronte alle cose più quotidiane, invece violentissimo, incontrollabile, catartico, straziante davanti a grandi opere d'arte (arte nella sua accezione più vasta).
Il ricordo di sé può avvenire in questi casi? Mi sto avvicinando al significato?
E un'altra cosa: questo "ricordarSI" e tutto ciò che ne deriva, è valido nella messa in discussione di sè stessi o è un'alta accettazione senza discriminazioni? perchè se è così, se è un'accettazione di sè, allora come si può migliorare, migliorarSI?
Devo proprio leggere di questi due signori di cui spesso mi parli... solo che ho sempre così poco tempo e gli esami e la tesi devono avere sempre la precedenza... ma sono così curiosa. UFF!