Caro Orfeo,
come vedi sei il mio primo pensiero questa mattina.
Ho letto con interesse il tuo scritto, tuttavia, come ti avevo anticipato ci sono delle inesattezze. Intanto Eteilla non era un parrucchiere. Questa errata informazione deriva da un biglietto da visita fatto stampare a suo tempo dal cartomante, dove la sua abitazione era indicata “al secondo piano sopra il negozio di parrucchiere”.
Ma a parte questa curiosità, la seconda cosa che ti contesto è che tu vorresti trovare un riferimento storico libero da dogmatismi riguardo un uso o un metodo che come tu stesso scrivi sono nati con Eteilla, il quale volente o nolente, insieme a Court de Gobelin sono i pionieri delle origini divinatorie dei tarocchi.
Certamente anche io contesto le loro strampalate teorie, ma non il metodo che contiene unicamente i criteri per la lettura e non si deve confondere con la teoria. Detto questo, la discussione che hai lanciato, riguarda unicamente come i protagonisti di questo gioco, cioè gli arcani, vengono disposti per poter divenire una trama, uno schema da cui partire.
I metodi sono molto soggettivi e vengono scelti in base alla facilità con cui il tarologo riesce a districarsi nel mondo simbolico degli arcani, o alla possibilità di avvalersi di un’immagine che permetta di elaborare un pensiero sistematico e creativo.
Molti tarologi utilizzano i tarocchi esclusivamente al dritto come ad esempio Jodorowski, fondando la lettura delle carte non sul verso ma unicamente sul significato intrinseco e sulla posizione occupata nel gioco. Se il gioco prevede delle posizioni chiamate ostacoli, impedimenti, problemi, è chiaro che non c’è bisogno di utilizzare i tarocchi al rovescio, perché è la posizione stessa che rende la carta più o meno pesante. Ma se il gioco non prevede queste posizioni, la lettura al rovescio consentirà di ottenere un maggior numero di sfumature, calibrando il peso di ogni situazione preconizzata dalla carta . Inoltre secondo il mio punto di vista dà una fotografia globale di come gli arcani si compenetrano gli uni negli altri e in quale misura. Un po’ come vedere un paese dall’alto.
Per commentare l’esempio della Torre, che in francese si chiama Maison Dieu, questa Torre simboleggia anche una sorta di Athanor, il forno alchemico nel quale avvengono le fasi finalizzate della Grande Opera. Le sfere colorate assumono una valenza di denari che piovono dal cielo, rappresenta la missione spirituale dell’uomo, il progetto di Dio a cui bisogna dire si.
Il fulmine è una illuminazione; i personaggi non cadono ma saltano per la gioia. Nelle carte si vede l’impronta di un piede, quindi i personaggi non cadono, camminavano, e ora fanno capriole. Al contrario invece è la collera di Dio, la catastrofe, l’orgoglio, la distruzione. Nel metodo Camoin, la Maison Dieu si trova nella colonna dell’abbondanza.
Personalmente preferisco leggere gli arcani nei due versi, ma come dicevo nella premessa, qualsiasi metodo è efficace, se sa dare il giusto input al suo interprete.
Un caro saluto,
Paris
"Un giorno senza sorriso è un giorno perso". Charlie Chaplin