Buongiorno Blue, ho riflettutto sulla figura del diavolo
, sulle tue parole e anche, molto, sulla mia vita
, le paure e i meccanismi di reazione ormai acquisiti e utilizzati
.
Ecco cosa ho da dire:
Il diavolo è querl tarlo dentro me che non riesco a domare.... nonostante l'analisi, le ricerche le battaglie, più o meno dichiarate, e gli armisitizi....
Più volte ho avuto l'impressione che il mio peggior nemico fossi io stessa, che questa continua carenza d'amore nascesse in effeti dalla mia incapacità di accogliermi.
Quel diavolo rappresenta davvero le mie paure, che sono tante e tutte hanno a che fare con un radicato sentimento di inadeguatezza nato insieme a me nella coscienza di non essere voluta, di arrivare a guastar feste. Fantasie...forse soltanto fantasie, che però non mi hanno risparmato di combattere fin da bambina una timidezza paralizzante dettata dalla pura di essere vista, che qualcuno scoprisse la mia nullità.
Ho iniziato da allora a lavorare contro... sovrapponendo al mio senso di inferiorità un complesso di superiorità fondato stabilmente sui successi riscontrati nella viata sociale, negli studi prima e nel lavoro poi... quel bisogno di bastare a me stessa, di non domandare ...la terrificante paura del rifiuto che ha sabotato tutti i miei progetti, sacrificando costantemente sull'altare del "mio diavolo interiore" ogni progetto.
Una specie di bulimia affettiva, che mi spingeva a raccogliere ogni impercettibile manifestazione di calore come una generosa donazione d'affetto, come una promessa di complicità. Nello stesso tempo una carenza da colmare mi lasciava la sensazione di un lungo digiuno anche dopo le più abbondanti scorpacciate d'amore....
Ho vissuto nella convinzione di essere così immeritevole che ho punito chiunque si avvicinasse con reali intenzioni di interessarsi a me...
Cercavo nello sguardo dell'altro l'amore che io non sapevo provare per me stessa, come se attendessi che altri riscattassero la mia persona indegna e inopportuna. Contemporaneamente però punivo chi voleva amarmi colpevole di non riconoscere il mio immeritevole essere.
Ecco il mio bisogno di domandare costantemente scusa e la rabbia mista a delusione che deriva dal sentirsi continuamente rifiutati e dal rifiuto che sentenzio io stessa... la necessità di dar ragione a quella parte di me che diceva ...non vali nulla, non sei degna...
Ho creduto di andare in analisi per scovare quel tesoro che ...qalcosa mi diceva... doveva pur essere nascosto
Non ti annoierò oltre con i fantasmi intravisti, combattuti, sedati e mai sconfitti, che hanno accompagnato questi 46 anni di vita... ma sono certa che quel diavolo è seduto comodo al centro di me stessa e domina con feroce crudeltà i miei giorni, avvelenando e sabotando il mio progetto di felicità.
Sono io la prima a non amarmi, a credere di non meritare... io ho paura che qualcuno mi veda
e che come me provi disprezzo per ciò che appare...così e provo ad indossare gli abiti più belli (in senso metaforico, per abiti intendo a conquistar traguardi e sempre con l'attenzone a scegliere le mete più difficili, a camminare fuori tracciato ...affinchè il merito sia tutto da ascrivere alla mia capacità!)
Grande il mio ego si allea con questa incapacità di benedire il mio nome e la mia storia ..e m'impone tragitti sempre più sfiancanti per ricevere da fuori un briciolo d'amore che io non voglio e non so riconoscermi.
Sembra un film dell'orrore ... vittima e carnefice in un duello continuamente combattuto e perso....accolgo gli attori della mia telenovela con la lucida capacità di un serial killer, affinchè gli episodi non abbiano mai fine.
Ma in tutto questo c'è la mia coscienza vigile che chiede di essere salvata, amata e ...senza attendere il principe (che puntalmente il mio diavolo getterà in pasto ai miei fantasmi) mi organizzo erigendo barriere!
Se la mia prima analisi mise in luce il mio complesso di inferiorità camuffato con quello di superiorità....ora il mio analista si sofferma a considerare l'ambivalenza che mi caratterizza e io questa volta mi osservo con serietà e desiderio di chiarezza.
Nella vita mi sono spinta sempre verso il mio limite estremo, con l'autodistruttività di chi non sa far pace con se stesso, attendendomi da un lato che qualcuno porgesse la propria mano in aiuto e dall'altro che la furia rabbiosa del mio disprezzarmi mi dimostrasse di avere ragione.
Sfiancata dalle molte esperienze e dalla fatica di simulare padronanza e dissimulare la gigantesca mia paura di esser vista, di non valere nulla ho sempre messo in scena sproporzionate di coraggio senza sottrarmi a nessun orrore.
Persino ho avvelenato la mia esperienza 'mistica' cristiana con l'aspirazione al martirio... e in questa fase ho contratto matrimonio (sembra un po' esagerato lo so, ma faceva parte delle mie sfide, delle mie rinunce...).
In ultimo ti confesso che recentemente... a proposito della figura del diavolo ....ho cercato in libreria alcuni testi che siano d'aiuto a riconoscere nella nostra vita la sua presenza... perchè il diavolo non è un'entità che si contrappone a noi, ma un essere che entra dentro di noi per nutrirsi di noi!
Ho creduto di dovermi liberare da questa presenza che ormai percepisco anche fisicamente... ti prego, se puoi non ridere di me!
'Nuda e cruda' blue, come forse non sono mai stata, senza la pretesa di piacere,
di interessare,
di essere commiserata o
sentirmi un'eroe,
ma con un grande desiderio di scrivere il prossimo capitolo della mia vita che possa intitolarsi ?il trionfo dell'amoreì' o almeno 'la sconfitta della paura del vuoto'.
Chissà se nel rincorrersi di tutte queste parole sono stata capace di esprimermi come avrei voluto...fammi sapere cosa pensi di quanto ti racconto...anche alla luce della tua sagace lettura dei torocchi!
Grazie di cuore, con affetto (sebbene ora tu sappia quanto è inquinato questo affetto)
Silvia