Buongiorno, ormai navigo su questo sito come in un oasi di pace, ho trovato parole amiche di solidarietà e comprensione...ho letto a caso (ma io non credo al caso) ed ho trovato racconti che mi fanno riflettere. La saggezza popolare recita "mal comune mezzo gaudio" e non si rifersce affatto alla compiacenza di sapere che altri oltre noi stanno soffrendo, piuttosto si riferisce, credo, ad un sentimento di compassione e di condivisione che spezza la catena della solitudine, che ci fa credere che, proprio perchè altri hanno percorso sentieri impervi... anche per noi sarà possibile praticare la via!
...ognuno porta la propria croce sulle spalle, fino allo sgomento di non poterla più sorreggere, fino alla paura di essere completamente abbandonati e ad accogliere la compagnia dei ladroni come quella di un fratello.
Nelle pagine di questo sito ho trovato lacrime, speranze e attese... domande cariche di smarrimento e risposte calde e rincuoranti; ma soprattutto ho trovato un sottofondo che perfettamente si accosta al mio sentire ed ho percepito la mia storia come la storia di molti, la mia esistenza come la parte infinitesima di un organismo vivente. Tutto fluisce e rifluisce costantemente, perdendo il senso che si da alle cose per ritrovare senso nell'unità.
Tutte le forze spese per resistere al dolore stringono lacci ancora più taglienti ai nostri polsi e infliggono colpi durissimi ai nostri cuori; ....abbandonandosi al dolore, ascoltandone l'eco... si può vincere la paura.
Ma resta ancora una domanda, come si fa a resistere quando anche una semplice goccia di pioggia, o un raggio di sole... o una suoneria, un campanello... una voce inattesa ... provocano da soli maremoto e tempesta; come si può ascoltare un dolore che supera tutti i limiti dell'umana sopportazione e non lascia respiro, se non piccole tregue per rinnovare la forza della propria furia.
.... poi questa tensione verso l'amore, questo naturale propendere all'unione e l'assoluta fragilità dell'uomo che tradisce, viene tradito, si concede e si ritrae provando e riprovando a superare il proprio limite; non come fosse una sfida, ma per una incomprensibile necessità.
Come vasi di coccio sulla terra che trema, ci rompiamo, ricomponiamo pezzi a volte assestandoci in forme assai più belle e complesse!
Non ho compreso ancora il senso della vita, ma credo di doverla vivere fino in fondo, come un dono che non si può rifiutare...come un compito che è necessario assolvere!
Grazie ancora una volta per aver accolto questa lettera a me stessa, per l'opportunità di esprimermi...buongiono a Blue a Mecury a Sole ...che senza esitazione avete teso la vostra mano nella mia direzione; buongiorno a quanti si fermeranno a leggere tra le mie righe, e grazie per quello che verrà raccolto
un abbraccio
Silvia