par Misietta » Wed Feb 05, 2014 1:12 pm
Ho letto e riletto le tue parole. Sorprendendomi di quanto siano simili ai miei pensieri.
Lui si vede come un faro, un'ancora di salvezza, per le persone nella sua sfera intima. E si comporta come tale, non solo l'esserci se una persona ha bisogno, ma proprio l'esserci fisicamente, mentalmente e materialmente; rinunciare ad impegni già presi, a volte persino a dormire, tutto pur di aiutare a superare il momento critico.
Esattamente come hai scritto tu, non riesce ad esprimere agli altri cosa prova davvero quando sta male lui. Le cose che mi ha raccontato di se sono venute fuori perchè all'inizio della relazione ero in forte empatia con lui, riuscivo ad interpretare le sfumature per poi portarlo ad aprirsi. In seguito mi sono ritrovata proiettata solo su me stessa, perdendo questo prezioso canale comunicativo.
Le esperienze in famiglia lo hanno sicuramente segnato, parliamo di un'infanzia senza calore, dove anche un abbraccio era negato; il modello educativo era a dir poco spartano ed allo stesso tempo era lasciato a se stesso. E' arrivato alle superiori senza saper leggere, scrivere e parlare in italiano...
Non riesce a chiudere i rapporti, è vero. Si allontana, ma non chiude. Definizione perfetta.
Del resto ogni volta che riprendiamo a frequentarci, decide di chiudere sempre nel momento in cui è necessario mettersi in gioco davvero.
Ho pensato che fosse il solito uomo che voleva solo divertirsi senza riuscire ad essere onesto, non lo è.
Gli ho chiesto apertamente se ritrovarsi in una situazione già vissuta lo allontanasse, mi ha risposto che è sicuro di non provare amore, ma anche che così non è possibile instaurare nessun tipo di rapporto. Lui non deve essere un bisogno per me, ma una persona (queste le sue parole).
Nessuno dei due è stato in terapia.