Grazie Blue, Rita e Sole. Ho un po' di mal di testa, sì, ma non per colpa vostra. Anzi, voi mi state aiutando, non posso che ringraziarvi MOLTO!! Poi ritengo (cito Rita: la verità rende liberi) che la verità scaturisca sempre dal confronto positivo, la "critica", che in greco significa appunto "analisi" (e non giudicare male).
E' buffo, ma visto dal mio punto di vista emozionale, e personale, ciascuna di voi è una diversa sfaccettatura della realtà. Forse sono 3 possibilità future, fra le quali scegliere. Potrebbe essere? Potrebbe essere che entrambe le scelte non siano da scartare (da qui la mia crisi interiore) e che mi conducano a due diverse felicità?
Entrambi i lavori, quello in camice bianco che faccio adesso, che quello in divisa che farei dopo, sono a tempo indeterminato, fissi e sicuri, ed entrambi con un bel ruolo. Il ruolo sanitario però paga (abbastanza) di più. Tanto che non posso non pensarci. Quelle ristrettezza economiche di cui parlano Sole e Blue forse potrebbero alludere a questo. Nel vecchio lavoro ho molta esperienza. Nel nuovo lavoro, nessuna. Tanto che dovrei cominciare con un corso di un anno, dopodiché mi verrebbe assegnato un nuovo gruppo di persone. Suppongo che questa volta, invece di essere tutte donne, sarebbe più facile che fossero tutti uomini.
Per la lettura di Blue: tu mi conosci bene sotto certi aspetti, perchè abbiamo parlato tanto. Sai bene che sono sicuramente "stanco" di cambiare. Fisicamente e mentalmente. Ho tante energie dentro, tante forze e tanta voglia, ma per una volta vorrei tirarla fuori per la cosa giusta. Non che questo lavoro non sia giusto, ma non credo che sia fatto nel "luogo" giusto. E comunque tutte le energie profuse, finiscono per non fecondare nulla, o almeno non come io vorrei. Sempre per il tiraggio di Blue, sì, hai ragione, "sono stanco di parlare al muro", sono stanco di arrivare al mattino e trovare la gente che litiga nel "pollaio" ed andarmene e sempre la gente "litiga". Anche se parlo in modo ragionevole e cambio il "singolo", poi il gruppo resta immutato. Ho parlato con l'Amministrazione proprio oggi. Sono stato molto cordiale (ho seguito il consiglio di Temperanza). Seguendo anche il suggerimento di Rita, resterò ancora un mesetto qui, per chiarirmi le idee. Dopo chiederei un'aspettativa di 6 mesi di prova, con la possibilità di tornare indietro se il lavoro in divisa non mi piacesse. Ovviamente nella mia Amministrazione non sono per niente contenti. Ho tentato di spiegarmi in modo corretto e pacifico, ed alla fine, in modo piuttosto abbastanza sereno, siamo giunti ad un accordo. Per cui a metà dicembre dovrei provare il nuovo lavoro in divisa. Non so bene se provare questi 6 mesi sia solo un modo di rimandare la decisione, ma almeno posso sempre assaporare un po' il nuovo ambiente. Riguardo alla tua seconda lettura...beh hai ragione. Non ci sono persone che mi ostacolano nella scelta. Strano! Avrei giurato di sì. Il mio capo per esempio, che è una persona molto dominante, seppur molto dispiaciuto, non mi ha ostacolato. Più che altro, se di ostacolo si può parlare, c'è il fatto che molte persone mi lusingano di restare, facendomi vedere che in un ospedale ci sono solo vantaggi (ma chi non ci lavora non può sapere bene, come tu sai). Ho parlato con molte persone a me intime. Ciascuna mi dà un parere un pò diverso. Le persone che lavorano in divisa mi dicono che sarei sprecato e che mi annoierei nel nuovo lavoro, ma che in compenso avrei tanto tempo libero e potrei avere una vita più tranquilla. Chi lavoro in ospedale mi suggerisce di "fuggire" perché stiamo chiusi dalla mattina alla sera in ospedale, sempre a contatto con malati.
Riguardo alla lettura di Rita: hai ragione a dire che a causa del tempo trascorso, il mio desiderio di prendere la divisa si è attenuato. Ho dovuto faticare per inserirmi in un posto nuovo, un trasloco fatto un anno fa. Adesso avrei più voglia di "covare" che di ricominciare daccapo. Se ascoltassi solo la stanchezza mentale. Anche se avere una doppia scelta, fra due bei lavori, sarebbe ciò che molti oggi vorrebbero, mi ero così rassegnato, che adesso questa novità mi ha gettato nell'ansia. E a causa di ciò, i dubbi stanno prendendo il sopravvento sull'analisi ragionata dei vantaggi/svantaggi. Infatti tu parli giustamente di situazione instabile, e di calmarsi. Riguardo alla comunicazione, su mio attuale posto di lavoro, come Blue sa bene, è sempre stato un mio cruccio. Sono sempre stato abituato a parlare francamente con le persone, ad essere rispettato ed amato. Forse sono anche stato fortunato in vari posti di lavoro. Qui invece, proprio non riesco a comunicare in modo "buono". Molte persone, nate in questo luogo di lavoro, cresciute qui, già "morte" qui dentro, non hanno assolutamente voglia di mettersi in gioco, di migliorare le cose. La Sanità però impone un miglioramento, di aggiornarci. Io cerco di far di tutto per creare interessa alla gente, ma proprio non ci riesco. Per cui sono stato costretto a impormi con il ruolo, cosa che non avevo mai avuto il bisogno di fare, per ottenere degli scopi giusti. A me questa cosa però fa male. Non è il mio modo di agire. Questo è uno dei motivi per cui ho la "tentazione" di cui parli sopra, di scapparmene a gambe levate. Con i miei colleghi comunico verbalmente, in genere a tu per tu perché mi piace spiegare le mie ragioni.
Per la lettura di Sole: riguardo alla tua lettura, non so se può aggiungere qualcosa alla tua interpretazione, ma in qualche modo tu tiri fuori una cosa che non ho detto, ma che per me è stato motivo di molto dispiacere.
Il posto che ho vinto è il secondo posto di un concorso che so (dentro di me e per altre cose che non si possono dire) che avrei dovuto vincere io. Questa cosa per me è stata fonte di grande rammarico. Ho perso la speranza in questa Giustizia anche per questo motivo.
Nella tua lettura parli di giustizia rovesciata associata al desiderio abbandonato...potrebbe essere il fatto che mi ritenevo vittima di un'ingiustizia? Ingiustizia che adesso sento che potrei rettificare.
Hai ragione anche sul vero nodo. Quello della destinazione finale. A me non spaventa dove andrò, ma il fatto che non saprò dove andrò, e che questo luogo potrebbe anche cambiare per esigenze pressanti. Questo mi dà molta preoccupazione. Perché equivarrebbe a mettermi in una carovana dei gitani. Io che ho cambiato almeno 7 città negli ultimi 10 anni vorrei trovare il mio posto felice. Il mio Eden. Riguardo alla questione monetaria...ho ben ponderato che se dovessi scegliere il nuovo lavoro dovrei stringere un po' la cinghia. Ma se questo rappresentasse più felicità, ne sarei ben lieto. A nessuno piace guadagnare meno, ma non è certo il denaro il primo obiettivo della mia vita.
Grazie DAVVERO per il vostro tempo
Lupetto (incasinato)
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