la discussione mi ha fatto sorridere, la mia migliore amica parlava sempre di "energia" e io, lavorando in campo scientifico, mi prendevo sempre la briga di chiederle cosa volesse dire...poi ovviamente ci ridevamo sopra insieme.
Data la mia formazione, a me viene in mente il principio di indeterminazione. Ci sono grandezze fisiche che non possono essere determinate contemporaneamente con la stessa precisione in ambito quantistico. La misura perturba il sistema.
Parlando come si mangia è come dire che leggere i tarocchi corrisponde a cercare di studiare un fluido gettando dentro un sasso e studiandone le increspature.
Le increspature non si dissolvono che dopo avere completamente dissipato l'impulso, il che richiede assestamenti, tempo e cambiamenti.
Tirare un sasso su una superficie già increspata formerà figure di interferenza che non dipenderanno piu' solo dal fluido e dalle sue proprietà, ma anche dai riflessi del primo lancio del sasso.
Il lavoro che i tarocchi obbligano a fare è il porsi delle domande. E le domande generano emozioni. I tarocchi fotografano le increspature, le emozioni che la domanda suscita e le usano per farci riflettere. E per aiutarci a cambiare. Chi fa domande, spesso le fa, perchè in cuor suo già "presagisce" la risposta, ma non riesce ad accettarla e cerca di sfuggirle. E spera di sbagliarsi.
I tarocchi permettono di studiare noi stessi, come se fossimo un fluido, piu' o meno viscoso, piu' o meno caldo, piu' o meno omogeneo, piu' o meno percorso da correnti o turbolenze.
Le domande sono come sassi. Le emozioni sono come onde generate dal sasso. Dopo il primo lancio, il fluido è perturbato. I tarocchi possono portare solo alla luce le figure di intereferenza, ma non danno piu' informazioni sul fluido. Un susseguirsi di tiraggi non ci dice piu' niente di oggettivo su noi stessi, parla solo di una tempesta di emozioni che interferiscono fra di loro in continue oscillazioni.
Vabbè, my two cents opinion
bacioni a tutti