Eh...carissima Tanjetta,
é un piacere immenso leggerti e potere avere a che fare con te
Visto che il tempo oggi é pochissimo, rispondo subito alle tue domande (che belle!!)...devo preparare la valigia, domani parto e saro' via per qualche giorno, quindi ...sotto con le riflessioni
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Mi dici un pò com'era la comuncazione tra i tuoi gentiori?"
Pessima, ovvero basata su un rapporto di vittima-carnefice e su un tipico gioco di prosecuzione di dinamiche affettive traumatiche vissute durante l'infanzia. Mio padre era orfano di madre (morta di parto), ha avuto un padre brutale, alcolizzato e violento (che poi é comunque morto quando lui aveva solo dieci anni) e da adulto, sentendosi una vittima, ha ripetuto questo schema sposando mia madre, persona completamente insicura di se',abbandonata dai propri genitori da bambina, finita a vivere con uno zio pedofilo che le ha completamente rovinato la vita.
Mia madre era una persona che io ho adorato con ogni piu' piccola fibra di tutto il mio essere, avrei voluto "salvarla". Era una persona dalla comunicazione molto ambigua, fatta di slanci e di repulsioni, come spesso accade a chi ha subito violenza nell'infanzia. In aggiunta a cio' mia mamma aveva un approccio alla realtà del tutto tipico di chi ha vissuto certe esperienze, ovvero rimuoveva tutto quello che le creava disagio dalla memoria, "dimenticando" in modo irreversibile tutto quello che la faceva soffrire.
Quando l'anno scorso i dottori le dicevano che le rimanevano poche settimane da vivere continuava a dirmi "appena guariro' andremo a Copenhagen insieme". Io adoravo, anzi adoro anche ora, mia mamma. Mi faceva una tenerezza infinita, l'ho amata e la amo tutt'ora con ogni atomo del mio corpo.
Mio padre aveva un contatto molto vago con la realtà, nel senso che aveva un forte disprezzo per tutti, cercava di convincere se stesso di essere "migliore" degli altri anche con la violenza, si sentiva sempre attaccato dagli altri, e quindi autorizzato a reagire contro di loro, tipicamente si comportava in modo folle affermando "sei tu che mi obblighi a comportarmi cosi'". Non era in grado di raccontare una "verità" che non fosse completamente deformata dalla sua volontà di giustificare le sue azioni. Quindi raccontava compulsivamente "balle" come case a sette piani.
Mio padre mi fa molta pena (é morto molti anni fa, ma se ci penso mi fa moltissima pena), non posso dire di averlo amato purtroppo. Non riesco a pensarlo, la mia mente si oppone. Cerco solo di vederlo come una persona molto sfortunata che ha sofferto molto e questo é tutto quello che voglio pensare di lui, ma nei suoi confronti ho un vero blocco mentale.
Fra di loro i miei urlavano e litigavano selvaggiamente. Mia mamma comunque voleva immensamente bene a mio padre (vedendone dei lati positivi o immaginari), mio padre aveva altre donne e disprezzava mia madre ritenendola un'arpia.
"Mi dici come comunichi tu?"ah...questo dipende completamente dal mio interlocutore. Credo purtroppo di essere anche io una persona piuttosto ambigua come mia madre (nel senso che posso mostrarmi piena di attenzione o interesse e simpatia e poi mostrarmi distaccata, quando penso che le persone non comprendano i miei sentimenti -a torto o a ragione-, il che accade non troppo di rado). Da un lato sono molto chiusa e oppongo la massima resistenza a chiunque cerchi di sbirciare nel mio mondo interiore. Dall'altro provo un trasporto molto forte per le creature di questo universo e riverso interesse e attenzione alle persone che in qualche modo mi suscitano trasporto o che ammiro. Il mio capo sul lavoro mi dice che lui mi vede come una castagna, un riccio pieno di aculei che nasconde un frutto lucido e dolce. Un po' credo che la descrizione, sia pure troppo bella e poetica per me, non sia del tutto sbagliata. Ho un atteggiamente fortissimamente "difensivo" che posso assumere quando non mi fido dei miei interlocutori o quando penso che abbiano una cattiva opinione di me, che mi fa sembrare terribilmente sicura di me (anche se sono una piccoletta di statura, molti mi descrivono come una donna con le "palle").
Non mi é facile scrollarmi completamente di dosso l'eredità della mia storia familiare. Ovvero pure io ho un rapporto non facilissimo con la "verità", come ti ho già raccontato, ad esempio, se mi si fanno domande che mi mettono in difficoltà racconto cose non vere per evitarmi l'impegno di dare spiegazioni che non voglio dare (non lo farei con una persona per me importante o di cui mi fido, ma lo faccio senza troppi ripensamenti con colleghi e persone che mi sembrano invadenti). Non sono una persona sempre sincera e trasparente con tutti, anche se ho un aspirazione profonda per la verità, a cui spero di riuscire ad arrivare sempre piu' vicina, man mano che la mia spiritualità si evolverà (speriamo!!!).
Sul lavoro sono diretta nelle mie comunicazioni. Nella vita privata sono piuttosto "sfuggente" con gli amici e conoscenti, iperaffettuosa con le persone a cui sono affezionata in modo piu' stretto. Mia mamma non poteva capacitarsi che le ripetessi milioni di volte al giorno "ti voglio bene", ma proprio non posso farci nulla, quando provo qualcosa lo esprimo. Bello o brutto, esprimo.
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A parte che ho già capito che sei una persona eccessivamente riservata (ti farebbe bene il Water Violet... ) ma quando tu parli con altre persone, è di solito una conversazione basilare?"
Con le persone che hanno problemi cerco una conversazione profonda. Mi interessano enormemente i sentimenti e se ne ho l'opportunità cerco di comprendere le persone, come se fossi a scuola e volessi comprendere una materia.
Parlo in modo aperto e chiaro anche con tutte le persone che stimo e di cui mi fido.
Con tutti gli altri sono sempre "ironica e sfuggente" e rispondo dicendo cose "senza senso". Tipo: cosa hai fatto nel we? Ho organizzato un attentato in Ucraina e contrabbandato esplosivi per conto di un paio di amici musulmani.
"Mi ricordi per favore che studi hai fatto (cioè in che cosa sei laureata)?"Certo, mi sono laureata in chimica fisica e ho fatto un master in scienze dei materiali per la microelettronica.
In che materie ti sarebbe piaciuto fare il dottorato?Ah...ora lavoro nel campo degli abrasivi, quindi mi sarebbe piaciuto (mi piacerebbe) lavorare ad una tesi su temi di scienze dei materiali applicati al settore specifico, diciamo ad esempio sulla generazione e sulla funzionalizzazione dei pori nei corpi ceramici .
Perchè dovrei essere iper-dotata? Beh...nemmeno i miei migliori amici sanno che nella mia testa frulla insistentemente questo pensiero del dottorato di ricerca, se lo sapessero mi direbbero di andarmi a ricoverare in manicomio. Tu, tranquilla tranquilla ti guardi le mie carte e la prima cosa che mi chiedi è se per caso ho in testa qualcosa riguardo ai miei studi...Se ti sembra "normale"...vedi tu
per me tu hai un cuore straordinario, una volontà di prima classe, una mente formidabile e "occhi dell'anima" penetranti come raggi gamma.
Per oggi ti lascio queste mie risposte, spero non siano scritte in modo troppo contorto o sbagliato, nei prossimi giorni sono in viaggio cosi' ti lascio un po' di tempo per studiare e per formulare tutte le domande che ancora possono aiutarti e aiutare me
mille e stramille bacioni carissima Tanjetta, spero che lo studio proceda pieno di soddisfazioni e la vita ti offra giornate davvero belle e appaganti, come io ti auguro che sia...a presto carissima!!!!!!!
miriam