da Lunablu » Mon Sep 27, 2010 8:55 pm
Ciao Clo, mi complimento per il tuo spirito di osservazione ! Sono proprio "coincidenze" come queste che è importante notare nella lettura dei Tarocchi. Non ti preoccupare per le domande, è giusto farne finchè la situazione non ci risulta più chiara, l'unica accortezza che si chiede ai consultanti qui sul forum è di fare un Tiraggio alla volta altrimenti risulta più complicato.
Ma veniamo alle tre carte suddette. Incominciamo dall'Imperatore. E' chiaro che nel Tiraggio rappresenta tuo marito. l'Imperatore è un uomo buono, saggio, concreto, anche gioviale. E' anche un uomo però che si impone (l'Imperatore è il capo di tutti i re) con la sua volontà, che sa esercitare il comando. Nell'ultimo Tiraggio guarda il Giudizio, la famiglia. Ne deduco che lui tenga molto alla vostra famiglia. In questo Tiraggio abbiamo Arcano 13 verso Giustizia rovescia: lo scontro è ed è stato acceso, le lame si incrociano. Tu senti di "perdere potere" e stabilità all'interno dello scontro. Ruota di fortuna rovescia è il destino che vi mette alla prova, mette i bastoni tra le ruote, non c'è ascolto reciproco. Lo scontro così diretto non è produttivo, infatti tu stessa dici che siete entrambi avvelenati e tu ti senti scoraggiata (Giustizia rovescia appunto). Meglio quindi smorzare i toni e valorizzare il concetto di famiglia, cosa che lui fa.
Io noto anche che nei Tiraggi Imperatore è sempre diritto, mentre alternativamente Ruota di fortuna e Giustizia sono rovescie. Direi che lui, che è comunque corretto nell'agire, non comprende fino in fondo il cambiamento che è avvenuto all'interno della vostra coppia, e lo vive come "ingiusto", attribuendo la responsabilità dei problemi a volte a te, a volte ad una sorta di " circostanze avverse". Per rispondere quindi esattamente alla tua domanda direi che l'indicazione è che bisogna che vi concentriate sulla vostra famiglia in primis, lasciando perdere quelle di origine, deponendo le "lame affilate"... Lunablu
"Ci sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia". W. Shakespeare