L' Atto di Volontà

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L' Atto di Volontà

Messaggioda principe canaglia » Sun Sep 26, 2010 6:01 pm

Credo valga la pena di essere più esplicito, visto che non tutti riescono a tradurmi.

In questo periodo sono particolarmente sensibile a due aspetti: la Volontà e l’Amore.
Sappiamo tutti che possono esistere molte tipologie dell’uno e dell’altro, in questo approfondimento voglio portare la Vs. attenzione alla necessità di sintesi fra Amore e Volontà. Per farlo viene richiesta una grande abilità, pertanto va da se che non voglio (parlandone) farvi concludere che possa essere una mia abilità. Per riuscirci ci vogliono un controllo continuo, ed una percezione costante di momento in momento, come sanno meglio gli Orientali; un’attenzione attiva di questo genere richiede l’uso della saggezza!
Come la volontà, anche la saggezza oggi non è molto di moda. L’idea che la maggior parte della gente ha di un saggio, è un’idea statica; essa rappresenta una persona impassibile e lontana dalle cosiddetta realtà della vita.
Un grande compito dovrebbe essere quello di riabilitare la saggezza, presentando una concezione più vera della sua natura vitale, dinamica e creativa.
Per sintetizzare i vari stadi dell’amore e della volontà occorre usare la volontà saggia. Un attributo essenziale della volontà è il potere di “giocare con gli opposti”, di regolare l’interazione di forze o funzioni che sono agli antipodi, stabilendo così un equilibrio e una sintesi dinamici, senza ricorrere al compromesso, ma piuttosto attraverso una regolazione da un livello superiore.
La polarità tra “mente” e “cuore”, tra ragione e sentimento è regolata, prima, dal riconoscimento delle loro rispettive funzioni e del legittimo campo di azione appartenente a ciascuna delle due funzioni, in modo che nessuna delle due domini l’altra. Questo può poi essere seguito da una reciproca e crescente cooperazione ed interpretazione tra le due funzioni, per arrivare finalmente alla sintesi così ben espressa da Dante nelle parole” luce intellettual piena d’amore”.
Requisito essenziale è evitare di identificarsi sia con l’uno che con l’altro dei due poli contrari, e di controllarne, trasmutarne e di dirigerne le energie da un centro unificatore superiore di coscienza e di potere.

GERARCHIA DELLE ESIGENZE per arrivare all’argomento della VOLONTA’ TRANSPERSONALE
Ci sono senz’altro prima le esigenze psicologiche fondamentali; poi di quelle personali come l’amore e il bisogno di integrazione, la stima, e l’autorealizzazione; ed anche di un terzo gruppo: le esigenze transpersonali o trascendenti.
Gratificare i primi due gruppi di esigenze spesso genera, paradossalmente, un senso di noia, di tedio, di vuoto e di mancanza di significato. Porta a cercare più o meno alla cieca “qualcos’altro”, qualcosa di più. Lo sanno bene tutti coloro che avendo ottenuto grandi soddisfazioni e successi nel mondo ordinario, diventano sempre più irrequieti, ribelli o depressi: qualcuno parla di “vuoto esistenziale”.
E’ di importanza fondamentale il bisogno di comprendere il significato della vita. Nei campi di concentramento, coloro che vedono un significato nella vita, o che le davano un significato, dimostravano una forza ed una resistenza sorprendenti. Trovare questo significato si rivelò di importanza decisiva per sopravvivere.
C’è anche un genere di crisi un po’ diverso, il senso di futilità personale. Viene definito un falso problema perché ogni forma di esistenza HA il suo posto nel tutto, è di fondamentale importanza saperlo riconoscere, come dimostra la vecchia storia dei tre tagliatori di pietre.
Durante la costruzione di una cattedrale medioevale, a tre tagliatori di pietre fu fatta a turno la stessa domanda: “Che cosa stai stai facendo?”; “Come vedi, sto tagliando delle pietre”, rispose il primo in tono arrabbiato. Il secondo rispose: “Mi guadagno la vita per me e per la mia famiglia”. Ma il terzo disse con gioia: “Sto costruendo una grande Cattedrale”. Tutti facevano esattamente la stessa cosa, ma mentre il primo aveva un senso di futilità a causa della natura umili e monotona del suo lavoro, e il secondo ci trovava un piccolo scopo personale, il terzo vedeva il vero scopo di tagliare le pietre. Egli si rendeva conto che senza tagliare le pietre la cattedrale non avrebbe potuto essere costruita, ed era pervaso dalla gioia di collaborare ad un fine pieno di significato.
Le esigenze fondamentali e le normali esigenze personali riguardano il livello inferiore e il livello medio della vita psicologica, sia cosciente che inconscia. C’è tuttavia un terzo livello, superiore- l’area del supercosciente – che culmina nel Sé transpersonale.
E’ questo il dramma ma anche la gloria dell’uomo, che questo livello superiore, quasi sempre latente, prima o poi esige di essere soddisfatto; esige di essere preso in considerazione e vissuto.
C’è a questo proposito una straordinaria dichiarazione di Jung:
“ Essere normale costituisce uno splendido ideale per il fallito, per tutti coloro che sono ancora disadattati. Ma per chi ha un talento assai superiore al normale, per coloro ai quali non è mai stato difficile raggiungere il successo e compiere la loro parte del lavoro del mondo, per questi, la restrizione della normalità è un letto di Procuste, una noia insopportabile, è sterilità e disperazione infernali. Come conseguenza ci sono molte persone che diventano nevrotiche perché sono solo normali, così come ce ne sono altre che sono nevrotiche perché non riescono a diventare normali.

Tutti i bisogni mettono in atto gli impulsi corrispondenti per la gratificazione. Gli impulsi relativi alle esigenze primarie sono più o meno ciechi, istintivi ed inconsci. Ma per le esigenze più personali gli impulsi portano gradualmente a degli atti volitivi coscienti, che mirano alla loro soddisfazione. Dunque ogni esigenza suscita, prima o poi, una Volontà corrispondente.

Le aspirazioni e la volontà del Sé personale e l’attrazione esercitata dal Sé transpersonale che impone di trascendere i limiti della vita e della coscienza normale, non si manifestano solamente come ricerca e volontà di significato e di illuminazione. Ci sono altri tipi di trascendenza corrispondenti ad altrettanti tipi di esseri umani. Alcuni sono:
• Trascendenza attraverso l’amore transpersonale.
• Trascendenza attraverso l’azione transpersonale.
• Trascendenza attraverso la bellezza.
• Trascendenza attraverso l’autorealizzazione.
Queste vie di trascendenza possono essere espresse anche in termini di volontà, la volontà fondamentale di trascendere le limitazioni della personalità attraverso l’unione con qualcuno o con qualcosa di più grande o di più alto. Più esattamente, in tutti questi casi troviamo l’unione della volontà con l’amore.

TRASCENDENA ATTRAVERSOL’AUTOREALIZZAZIONE
Si può dire che seguire questa via per la trascendenza sia la risultanza dell’istinto e della volontà deliberata di realizzare tutte le potenzialità umane, specialmente quelle trascendenti.
Questo significa attribuire particolare valore all’emergere di queste potenzialità che appartengono alla sfera del supercosciente, e hanno origine nel Sé transpersonale.
E’ dunque necessario avere un’idea chiara della differenza tra la realizzazione del Sé e l’autorealizzazione.
Oltre agli individui semplicemente sani e autorealizzati, ce ne sono anche altri, che si sono realizzati in senso trascendente; questi sono più autorealizzati di coloro che sono normalmente autorealizzati perché sono più pienamente coinvolti dai valori dell’Essere, dalla realizzazione del Sé. Questa non è la realizzazione delle potenzialità latenti nella personalità umana “normale” ma il progressivo manifestarsi di potenzialità trascendenti, transpersonali, che culminano nella percezione esistenziale diretta del Sé transpersonale.
La personalità completa, integrata, autorealizzata, può essere abbastanza egoista o almeno egocentrica. L’autorealizzazione non implica una motivazione superiore; può essere motivata dalla brama di successo e dall’impulso di ostentare i propri poteri individuali. Non solo una persona autorealizzata può essere soddisfatta di se stessa, ma può trovarsi persino in posizione di antagonismo rispetto a qualunque crescita ulteriore.
Questo argomento è stato trattato molto bene da Frank Haronian nel suo scritto “Il rifiuto del sublime”. “ Perché ci sottraiamo alla sfida della crescita personale? Abbiamo paura di crescere perché significa abbandonare il noto per l’ignoto, il che comporta sempre dei rischi”.
Maslow parla del “Complesso di Giona”: Avevo chiamato in principio questa difesa,” la paura della propria grandezza”, o “il sottrars al proprio destino”, o fuggire le proprie qualità migliori”. E’ certamente possibile per la maggior parte di noi essere più grandi di quel che in effetti siamo. Noi tutti abbiamo potenzialità non usate e non del tutto sviluppate. E’ certamente vero che molti di noi si sottraggono alle vocazioni che la nostra costituzione suggerisce. Spesso così sfuggiamo alle responsabilità dettate(o piuttosto suggerite) dalla natura, dal fato, a volte persino dal caso, così come Giona cercò invano di sfuggire al suo fato...”

Tratto da L’Atto di Volontà, di Roberto Assagioli.
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Re: L' Atto di Volontà

Messaggioda barumira » Sun Sep 26, 2010 8:03 pm

Grazie Principe, ho letto questo libro quando avevo 22 anni credo, e all'epoca lo bevvi letteralmente, ancora tengo un foglio con le parole evocative a portata di mano... :D ora con questo tuo scritto mi fai venire voglio di riprenderlo a mano... sono passati 14 anni da allora... potrei rileggerlo con occhi nuovi....
Secisamente bello, hai fatto bene a postare questo.... un abbraccio 8)
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Re: L' Atto di Volontà

Messaggioda nafas » Sun Sep 26, 2010 10:40 pm

Grazie Principe!...
Non conoscevo ancora questo testo e certamente sarà la mia prossima lettura!!!
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