Grazie ancora, davvero.
La storia, schematicamente, è questa. Dimenticherò e ometterò senz'altro, più o meno in buonafede, tanti episodi, purtroppo. E naturalmente renderò conto della mia sola prospettiva, ma questo, sempre purtroppo, fa parte del gioco.
Ci siamo conosciuti poco più di un anno e mezzo fa, in circostanze che mi parvero miracolose. Lei una cliente, e io un lavoratore in un servizio di assistenza. Mi piacque pensare che ci eravamo riconosciuti. Abbiamo cominciato a scriverci, tutti i giorni, poi, con tutte le cautele del caso, ci siamo sentiti per telefono. E' venuta a Bologna per conoscermi. Non è il tipo che normalmente mi colpisce, ma ne sono rimasto impressionato. E' una donna palesemente attraente, e la sua intensità, la sua storia hanno fatto breccia. Ci siamo voluti e ci siamo presi. Ho lasciato la mia ex e noi abbiamo cominciato a frequentarci normalmente.
Di avvisaglie ce ne sono state (senz'altro per entrambi) fin dall'inizio (rimproveri, vittimismi, ansie di inadeguatezza), ma il nostro primo periodo è stato molto intenso e molto passionale.
Il nostro rapporto è stato tormentato da subito. A casa mia avvenivano scenate (a mio avviso del tutto ingiustificate) di gelosia, rimproveri, recriminazioni, vittimismi. Mi sentivo perennemente in debito. Ero paralizzato. Quando cercavo di interrompere quelli che per me erano circoli viziosi, e non reagivo, opponendo il solo silenzio, la cosa rischiava di prendere una piega violenta. Non ho trovato la chiave giusta, non sono stato abbastanza intelligente, ho reagito, e a distanza di un anno ancora non me lo perdono. Avrei voluto "aiutarla", anche se credo che per lei la cosa sia semplicemente inammissibile.
Ha avuto una storia molto difficile: una difficile situazione familiare, e un lungo passato di abbandoni e anche di violenze. Almeno così sostiene: io non conosco che la sua versione. Malgrado le apparenze, è una donna patologicamente insicura, con tratti infantili, forse.
La cosa non poteva andare avanti, e per me doveva finire lì. Ma non è stato così. Ci siamo persi decine di volte. I silenzi durano per giorni, settimane, poi sempre lei si fa nuovamente viva. Mi sono lentamente avvelenato, ovviamente non mi sono fidato più, e senza dubbio devo essere anche stato compiaciuto della situazione, e mi sono anche vendicato. E non me lo perdono. Incidente diplomatico dopo incidente diplomatico, ho giurato e spergiurato di non rispondere più, mi sono preso insulti e maledizioni, per settimane. Cose al limite della denuncia.
E ogni volta sono crollato. Ho voluto crollare. Perché in qualche modo ci ho sempre creduto. Contro tutto e contro tutti, sembro ricordare solo quanto ci ha uniti, o ci unisce, perché malgrado le apparenze, dobbiamo assomigliarci molto.
Morale: si è rifatta viva anche ieri sera dopo un silenzio di quasi un mese, con l'inedita richiesta di scrivere di lei (sic!)
Una cosa sola: scusami!
Se vuoi e puoi, aspetto Tue notizie.